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Trivellazioni nel canale di Sicilia, il M5S contro il Pd: "Sparano balle"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AgrigentoNotizie

La polemica innescata dal PD, giunta adesso al “chi spara la balla più grossa” non ci entusiasma e, dopo la giornata di ieri, le chiacchiere stanno veramente a zero. 
Proprio perché alla fine contano solo i fatti, ieri si è svolto un incontro pubblico nell’aula consiliare del Comune di Licata, sul tema delle trivellazioni petrolifere nei nostri mari. C'era il sindaco di Licata, che ha aperto e chiuso i lavori, e c'erano i consiglieri comunali, tra cui Melania D'Orsi del M5S. C'era Greenpeace, nella persona del preparatissimo Alessandro Giannì, che ha rappresentato lo scenario “Cassiopea” e le possibili soluzioni. C'erano le associazioni dei consumatori e c'erano i pescatori. C'erano i cittadini. C'era il M5S, unico presente coi suoi parlamentari regionali Giampiero Trizzino, Giovanni Di Caro e Matteo Mangiacavallo. C'erano le sindache del M5S Ida Carmina ed Anna Alba. E poi non c'era nessun altro, nemmeno quelli che avevano annunciato la loro presenza in pompa magna.
Mancava il parlamentare a cui piace polemizzare col M5S dalla sua pagina Facebook, e che suole intestarsi qualunque risultato, basta che respiri, presentando semplici lettere senza risposta, come nel caso recente dell'INPS di Sciacca. E mancavano gli assaltatori del Web, comodamente seduti nei salotti di casa di casa propria. Ma, ripetiamo, quando si tratta di fatti, le chiacchiere stanno a zero perché, come nel caso del costone di San Calogero, determinate questioni, che interessano anche la sfera nazionale, difficilmente si risolvono con interrogazioni senza risposta inoltrate agli organi regionali ma occorre spostarsi nelle sedi opportune per interloquire con le persone giuste. 
Ed è quello che ieri a Licata, pubblicamente, si è impegnato a fare il M5S. Occorreva in primo luogo un'interlocuzione immediata con il Ministero dell'Ambiente, e questa interlocuzione è stata già avviata, nei giorni scorsi, da Giampiero Trizzino che ha chiesto gli atti relativi al progetto “Cassiopea” dell'Off-Shore Ibleo. Lo scopo è verificare la presenza, nel decreto VIA firmato nel 2014 durante il Governo Renzi, di una relazione sui rischi legati alle perforazioni in quel tratto di mare. Uno “scenario previsionale” che doveva essere completo e dettagliato ma che non è mai stato pubblicato sul sito web del Ministero. Se tale documento non esiste, si chiederà al Ministro Costa di bloccare immediatamente tutto. Se invece esiste, ci si vedrà tutti nuovamente per esaminarlo e stabilire la strategia da portare avanti.

Contestualmente a tale azione, così come annunciato ieri, Giampiero Trizzino sarà a Roma nei prossimi giorni per sostenere le proposte di modifica del Testo Unico Ambiente suggerite dalle associazioni ambientaliste, tra cui GreenPeace. Impegnerà il Ministro Costa a subordinare il rilascio del VIA alla presenza di un documento attestante lo “scenario previsionale” ottimale.
I fatti sono questi, un saluto ai cittadini informati e un saluto ai salotti.

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